Go back to your country: è solo un modo di dire?
“Go back to your country” (tornatene al tuo paese) è un’infelice frase che, ogni tanto, scappa di bocca a qualche maltese. L’affermazione, usata come mezzo di difesa da un attacco “straniero” non gradito, di solito riferito ai disservizi maltesi, adesso, di tanto in tanto, si usa con tono scherzoso, per strappare una risata.
Ma da un recente indagine, commissionata dalla Facoltà di Social Wellbeing dell’Università di Malta e realizzata da Sagalytics, sono venuti fuori dei dati allarmanti. Se si è soliti credere che l’intolleranza nei confronti degli stranieri sia tipica degli anziani, ma questa statistica lo smentisce. La fascia di età 16-25 degli intervistati ha visto un’alta percentuale di questi affermare di essere razzista: si tratta del 52,1%.

Tra le domande relative al “go back to your country”, molte erano legate al tema della presenza degli stranieri nell’isola. Agli intervistati è stato chiesto se ritengono che gli immigrati contribuiscano a rafforzare il Paese più di quanto non siano onerosi. Circa il 40% non era d’accordo con l’affermazione. Il 31,2% ha dato una risposta neutra mentre il 29% era d’accordo con questa affermazione. E’ stato anche chiesto dell’effetto della migrazione sui salari a Malta. Quasi il 31% ritiene che la ragione principale dei bassi salari nel Paese sia dovuta l’immigrazione. Il 32,7% ha dato una risposta neutra, mentre il 36,4% non è stato d’accordo.
D’altro canto il sondaggio ha rivelato una certa consapevolezza del problema di questa intolleranza latente, nel maltese, nei confronti dello straniero. Il 67,5% degli intervistati ha affermato che la discriminazione razziale è una reale problematica a Malta. Il 18,3% ha dato una risposta neutra mentre il resto non crede che sia un argomento rilevante.